TALIANSKI KARASCIO’

24 Aprile 2018

TALIANSKI KARASCIO’

(Italiani…brava gente)
sceneggiatura originale e
regia di Pinuccio Bellone

LA  STORIA   

 

“Talianski Karasciò”, italiani buoni, italiani tutto bene. Così la popolazione russa degli anni 1942-43 identificava gli alpini delle divisioni Cuneense, Tridentina e Julia che furono inviati a combattere al fronte della steppa lungo il fiume Don. La compagnia teatrale La Corte dei folli di Fossano (CN) ha fatto propria questa espressione dei poveri contadini delle isbe ideando uno spettacolo che porta tale nome. Il punto di partenza narrativo sono gli scritti di Mario Rigoni Stern, Giulio Bedeschi e Silvio Bertoldi riadattati per le esigenze di scena.

“Talianski karasciò, niemetzi niet karasciò”… “Gli italiani sono buoni i tedeschi no”. È un altro modo di dire diffuso tra i russi del secolo passato e rende efficacemente il rapporto che gli alpini, che combattevano al fianco dei tedeschi, instaurarono con la popolazione civile della steppa pur rappresentando per la stessa l’invasore e il nemico. L’espressione rende bene l’idea di come le giovani penne nere fossero partite senza velleità di conquista ma con il prevalente desiderio di tornare al più presto alle loro case, dalle loro mamme, dalle loro spose, dai loro fratelli. Lo spettacolo racconta in particolare degli alpini della Cuneense che partirono dalle nostre vallate, da Fossano, Sant’Albano Stura, Mondovì, Cuneo, con gli scarponi di cuoio che a quaranta gradi nella neve “prima si sfondavano e poi si stringevano intorno al piede come una morsa di ferro e tutto si trasformava in ghiaccio”. La vicenda è ripercorsa attraverso la corrispondenza epistolare di tre alpini: il tenente Francesco Rossi, il soldato Stefano Tomatis, detto Nino, e il soldato Giovanni Ravera. Una voce narrante fa da filo conduttore fra le lettere drammatiche dei tre e le lettere di Rosa, moglie del tenente Rossi, della mamma di Nino e della signorina Lucia, madrina di guerra; in chiusura l’incontro intenso e profondamente umano di una contadina russa, Irina, con il soldato Ravera, ormai morente su una delle tante slitte utilizzate dalle divisioni per trasportare i numerosi feriti.

A rendere ancora più viva la forza evocativa dello spettacolo saranno le canzoni tipiche della tradizione alpina  – interpretate dal vivo – intervallate dalle canzonette dell’epoca tra cui “Mille lire al mese”, “Ma l’amore no” e “Il pinguino innamorato”.

 Le vicende che i tre protagonisti attraversano e che scrivono a casa vanno dal dicembre 1942 al febbraio 1943 e sono particolarmente segnate dall’attacco che i russi sferrarono agli alpini la notte di natale del 1942, durante la messa di mezzanotte e dalla battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943.

“Sono stato contattato dal Gruppo Alpini di Sant’Albano che ogni anno commemora la ricorrenza della battaglia di Nikolajewka – spiega Pinuccio Bellone, direttore artistico della Corte dei folli – in occasione del sessantesimo anniversario di quel terribile giorno. Così è nato lo spettacolo Talianski Karasciò, che cerca di ricreare almeno in parte le sofferenze e le emozioni dei soldati al fronte russo, cercando di capire che cosa  gli stessi potessero pensare e provare. I tre alpini protagonisti sono figure inventate ma le loro vite e le loro esperienze ricalcano quelle di personaggi realmente esistiti e che realmente hanno intrattenuto una corrispondenza con le famiglie”.

“Talianski Karasciò” si è rivelato uno spettacolo molto apprezzato dal pubblico più assortito. La rappresentazione ha “all’attivo” molte repliche tenute nei più grandi teatri del Piemonte e della Liguria,  alla presenza e con l’appoggio di attive sezioni Ana.

“Talianski Karasciò” è stato anche richiesto da numerose scuole elementari, medie e superiori, utilizzato a scopo didattico per raccontare alle nuove generazioni una pagina della storia del nostro Paese.

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