Vincitori della VI edizione 2020

1° Classificato

LUCA DI FRANCO

Killer story

Chi è Luca Di Franco? È quello che costantemente si chiede anche lui.

Nato a Genova il 30 settembre 1983 inizia la sua carriera artistica dapprima come attore (o comunque come uno che ci prova) e dal 2015 anche come autore di testi teatrali (o comunque sempre come qualcuno che ci prova). Nel 2017, insieme a Roberto Imperato e Marco Pichierri, fonda la Outsider Company, compagnia teatrale che nasce dall’esigenza di scrivere e produrre spettacoli inediti.

Collezionista di fumetti e nostalgico degli anni 80/90, attualmente lavora come “plagiatore di giovani menti”, insegnando matematica e scienze a ragazzi della scuola media e superiore.

SINOSSI

Due ladruncoli senza esperienza rapiscono il loro capo allo scopo di ottenere il codice per rapinare la banca dove lavorano. Un lavoro che avrebbe dovuto essere facile degenera rapidamente e il loro capo si dimostra tutt’altro che inoffensivo. I due dovranno affrontare una serie di situazioni impreviste e prendere decisioni piuttosto impegnative… Un ritmo serrato in una black comedy intrisa di colpi di scena, dove non è importante quello che succede ma come viene affrontato.

MOTIVAZIONE
In un sapiente gioco ironico, seguendo un filo preciso e mai scontato, l’autore dà vita a una vicenda che da drammatica diventa comica. Bersagliati da raffiche serrate di dialoghi vivaci e spiazzanti, ci affacciamo sul lato più umano e vulnerabile di personaggi che si rivelano fragili, disarmati. E quasi senza accorgercene ci riconosciamo nostro malgrado nella loro ingenuità.

2° classificato

SABRINA BIAGIOLI

Io e mia sorella. Storia d’amore e di cromosomi

Nasce a Roma, dove si laurea nel 2004 in Storia del teatro e dello Spettacolo presso l’università romana “La Sapienza”.

Si forma come attrice di teatro, prima a Roma e poi a Monaco di Baviera, studiando, tra gli altri, con Marise Flache, Andju Ormeloh, Ferruccio Mariotti, Marco Pejrolo e Mamadou Dioume (attore e collaboratore di Peter Brook).

Autrice di testi e corti per il teatro, vince il Premio Miglior Spettacolo nel 2009 al Concorso Schegge d’Autore con il corto teatrale “Le farfalle di Roan”. Tra gli altri testi scritti: “Dentro Oceano, Mare Dentro”, “Oh.. Carol”, “Io e mia sorella – Lo Spettacolo”.

Attrice in diverse produzioni del Teatro Hamlet di Roma e a Monaco di Baviera presso il Gasteig – München.

Attualmente si trova a Roma, dove è anche insegnante di recitazione e dizione.

SINOSSI

In un immaginario dialogo con la propria vita, una donna ripercorre gli anni trascorsi con la sorella, dall’infanzia fino ad oggi, passando per l’adolescenza, la giovinezza, l’amore.

E non sono anni qualsiasi, né vite qualsiasi, o almeno così lei crede. Fino a quando, in un momento di delirante lucidità, scoprirà una verità nuova, semplice, eppure vecchia quanto loro.

Ah, la sorella in questione ha gli occhi a mandorla e un cromosoma in più. Ma forse, non è questo il punto.

“Io e mia sorella – Storia d’amore e di cromosomi” è soprattutto una storia d’amore lunga una vita. Anzi, due. Ha in sé la leggerezza delle cose tremende e la giusta dose di pazzia. Non è del tutto normale, questo è certo, ma del resto, non vuole e non può esserlo. In tutti i sensi.

“Forse, se c’è una cosa più brutta dell’essere diversi, è essere normali”, dice la sorella maggiore, quella con meno cromosomi e meno fantasia. E forse, per una volta, ha ragione.

Una dichiarazione d’amore, ma soprattutto una storia qualunque, che non pretende di insegnare la vita, ma solo, è felice di viverla.

MOTIVAZIONE:

Prendendoci per mano con dolcezza infinita, l’autrice ci offre l’accesso a una dimensione privata poco frequentata e conosciuta. Sviluppando un punto di vista inaspettato, l’autrice ci fa scoprire come l’amore sa vedere con occhi diversi la realtà e ce ne dischiude sfumature insospettate, regalandoci un’intimità inesplorata e coinvolgente.

3° classificato ex aequo

ANNA MARIA SDRAFFA

Cuori di piombo

Anna Maria Sdraffa è nata a Genova, ha due figli e una nipotina. Ha una laurea in matematica e un passato lavorativo in una importante Società Petrolifera. Collabora con la compagnia teatrale amatoriale “Gli Amici di Jachy”.

Ha messo in scena alcuni testi teatrali scritti da lei, quali Un eroe in famiglia, Alla fine del mondo, Il libero volo della farfalla.

Ha pubblicato quattro romanzi di genere giallo: Affinché tutto abbia fine (2016), L’Agamennone (2016), Un segreto di famiglia (2017), Così muore una colomba ( 2019).

SINOSSI

Un’anziana e burbera signora, Irene Ferraro, che vive sola con la badante, riceve la visita inaspettata di un uomo che subito non riconosce. Si tratta di Mario, un ex terrorista appena uscito dal carcere dove ha scontato trent’anni per favoreggiamento e associazione a banda armata. Come si scoprirà nel corso della rappresentazione, Mario è stato il compagno di Caterina, l’unica figlia di Irene uccisa a vent’anni in un conflitto a fuoco con i carabinieri, e a lui la donna rimprovera di aver plagiato la ragazza spingendola a unirsi alla lotta armata.

Durante il dialogo fra i due emergono le opposte visioni: da una parte il terrorista mai pentito, incapace di reintegrarsi nella società, determinato a non rinnegare sé stesso, eppure, come lui stesso ammette, tormentato da un passato che gli fa male. Dall’altra il punto di vista della madre normale, borghese, chiusa in un dolore senza fine e ancora piena di un odio mai sopito.

Questo lavoro è stato scritto dopo aver letto decine di testimonianze di brigatisti sia pentiti, sia irriducibili, e di parenti delle vittime del terrorismo. Ho cercato di dare voce a tutti perché ritengo che tentare di comprendere, che è ben diverso dal giustificare, possa evitare che la storia si ripresenti.

Il personaggio di Mario, verso la fine, riporta una frase che ha pronunciato Renato Curcio (“le rivoluzioni riuscite finiscono sempre col tradire sé stesse. Fallire è una colpa minore”).

MOTIVAZIONE
La durezza dei dialoghi ci immerge in una situazione scomoda che non permette soluzioni scontate. Osserviamo un evento doloroso da due punti di vista divergenti che ne trasmettono la complessità, rendendo impossibili semplificazioni riduttive. Il testo ci lascia volutamente con una sensazione di disagio, vedendo entrambi i personaggi in qualche modo sconfitti da un dolore più grande di loro.

3° classificato ex aequo

VIRGINIA RISSO

Il meglio deve ancora venire

Classe 1995, Torino

Inizia da bambina a coltivare la passione teatrale, partecipando a corsi e laboratori, fino alla formazione Accademica, per cui si trasferisce a Roma.

Lavora con diverse compagnie teatrali e case di produzione, entrando in contatto con registi come Cathy Marchand, Pietro De Silva, Edy Angelillo, Sofia Bolognini, Antonio Nobili, Annamaria Achilli.

Continua a studiare ed approfondire tecniche attoriali e di scrittura con workshop e lezioni private.

È parte attiva della realtà Teatro al Femminile, con cui collabora dal 2017 come attrice, regista ed autrice.

SINOSSI

Ettore e Lucia sono una coppia intensa, unita da un legame indissolubile fin dai tempi dell’università, ma costretta oggi ad affrontare il dramma di una malattia che porta a distruggere i ricordi e gli affetti.

Sulle note di Frank Sinatra e le poesie di Baudelaire, scene del passato si alternano a scene del presente fino a comporre un mosaico di sentimenti. Una favola moderna dove il principe e la principessa si trovano a dover affrontare un antagonista silenzioso.

MOTIVAZIONE:

Delicato e leggero nel suo sviluppo, il testo affronta un tema tragico scegliendo di mantenere l’attenzione sulla quotidianità e rendendo così più palpabile il gioco di sentimenti contrastanti che l’accompagnano. Improvvisamente, di fronte all’incalzare degli eventi, trovare una via d’uscita diventa imperioso, l’autrice l’individua restando fedele alla dolcezza un po’ scherzosa che caratterizza la sua scrittura.

Share This