- di Alessandro Baricco
- adattato da:
- Stefano SANDRONI e Pinuccio BELLONE
- regia: Stefano SANDRONI
con:
Alessandro APRILE
Aurora FUMERO
Beatrice CORAGLIA
Cecilia BELLONE
Elisa MURIALE
Fabrizio ARMANDO
Giacomo LAZZARI
Giorgia CORAGLIA
Giulia CARVELLI
Licia CUMERLATO
Lisa BERNARDI
Matteo MANCINI
Sara MENTO
Selene DEMARIA
scenografie:
Gianfranco SAROTTO
disegno luci:
Pinuccio BELLONE
trucco e parruco:
Agnese FISSORE e Cristina VIGLIETTA
LA STORIA
Il testo è nato come monologo teatrale interpretato da Eugenio Allegri e diretto da Gabriele Vacis. Lo spettacolo debuttò al festival di Asti. L’autore lo definisce come una via di mezzo tra «una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce». Narra la singolare storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, un personaggio singolare che è impossibile non amare. Ancora neonato, viene abbandonato nel transatlantico Virginian e viene trovato per caso da Danny Boodman, un marinaio di colore che gli farà da padre fino all’età di otto anni, quando morirà in seguito a una ferita riportata durante una burrasca. Il bambino scompare misteriosamente nei giorni successivi alla morte del padre e quando ricompare incomincia a suonare il pianoforte. Novecento incontra Tim, il narratore, anche lui musicista, all’età di ventisette anni, quando lo stesso viene assunto come trombettista nel Virginian. Questo segna l’inizio di una sincera e duratura amicizia, che non finirà nemmeno con l’abbandono della nave da parte di Tim. Danny Boodman T.D. Lemon Novecento viene descritto da Tim come un uomo con grandi capacità di apprendimento, che vive attraverso i desideri e le passioni altrui, che si realizza con la musica, che vive sospeso tra il suo pianoforte e il mare, con il quale è in grado di rivivere ogni viaggio, ogni sensazione gli venga raccontata dai passeggeri del piroscafo. Dalla musica, ma più specificamente dal pianoforte, non troverà mai la forza di svezzarsi, non riuscirà mai a superare la paura di amare e di crearsi delle radici, sopraffatto dalla paura di non riuscire a vedere neanche lontanamente una fine nel mondo al di fuori del piroscafo; perciò dedica la sua esistenza a suonare allo scopo di sgravare i cuori dei passeggeri dalla paura dell’immensità dell’oceano. Piuttosto che raggiungere un compromesso con la vita, preferisce incantare i propri sogni, le proprie speranze, e lasciarsi esplodere col transatlantico che per tutta la vita ha conosciuto i suoi timori e custodito i suoi desideri. Nel 1998 ne è stato tratto un film, La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore. Il compianto Arnoldo Foà lo ha portato in scena nel nostro teatro cittadino.
NOTE DI REGIA
Anche quest’anno “La Corte Dei Folletti” conclude il suo percorso di crescita attraverso il teatro, regalandoci tutto quello che i ragazzi hanno imparato in sette mesi di intenso e duro lavoro. Lo scorso anno erano 8 “gabbiani”. Questa volta saranno 14 giovani che ci racconteranno una storia, e più precisamente sarà la storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Ormai questo nome risuona nelle menti dei nostri ragazzi come il nome di un amico che insieme abbiamo imparato a conoscere e ad amare. La cosa che più ci ha affascinati di questo personaggio è stata la sua forte personalità che lo porta ad avere una sua particolare visione del mondo, dove ognuno cerca la propria dimensione per essere felice. Ci racconteranno la storia di Novecento nell’unico modo a loro congeniale: INSIEME. Saranno sempre tutti in scena senza mai lasciarsi un momento. Perché? Beh, perché non riusciamo più a staccarli! Il gruppo che si è creato è qualcosa di straordinario che si alimenta con la fiducia e l’affetto che lega tutti i suoi membri senza alcuna eccezione. Questo lavoro ha messo a dura prova la pazienza, la costanza, la disciplina e la tenacia dei nostri folletti, ma loro ne sono usciti vincitori sotto tutti i punti di vista. Tirando le fila di un anno di lavoro, tutta la Corte dei Folli non può che essere soddisfatta e orgogliosa dei suoi “folletti”. Spero quindi apprezzerete questo nostro lavoro, nato dalla volontà di quattordici giovani ragazzi e ragazze, di esprimere quello che hanno dentro e di dimostrare, prima di tutto a loro stessi, quanto essi siano speciali. A nome mio e di tutti i “folletti”, vogliamo ringraziare tutto lo staff della Corte dei Folli, i genitori dei ragazzi e tutti coloro che ci hanno sostenuto in questa nostra splendida avventura. GRAZIE!
Stefano Sandroni