di Rosario Esposito La Rossa
Regia Stefano Sandroni
NOTE DI REGIA
Quando ho proposto ai folletti di lavorare su questo testo ho avuto paura. La lettura del primo racconto è stata devastante: occhi pieni di lacrime e cuori che battevano a mille. Sentivo la sensazione di aver spinto troppo sul pedale delle emozioni. I ragazzi erano congelati, pietrificati dall’orrore appena letto. In quel momento ho pensato “Fai marcia indietro, stai chiedendo troppo…o forse no”. Così, ho chiesto -Ragazzi volete provare a leggerne ancora uno? – Le loro teste, pensierose e affollate di idee, si sono chinate in segno di assenso. Appena finito di leggere la storia di Rita Atria hanno cominciato ad affiorare le parole – Che mazzata! Questa storia forse mi ha colpito più della prima! Paolo Borsellino era quello che aveva combattuto contro la mafia vero? Come è possibile che siano successe cose simili? Ne leggiamo un altro? – Come un treno che accende i motori, sbuffa e si sposta lentamente sulle rotaie, per poi accelerare e prendere velocità, così l’entusiasmo dei ragazzi ha preso a correre, dando il via a questo incredibile viaggio che ci ha portato a conoscere una realtà terribile; forse, non così distante da noi. La scena è ridotta all’essenziale: due sedie e due banchi. Un’aula di scuola vuota che pretende di essere vissuta da rumori, corpi e storie. Saranno i ragazzi a portare in scena tutto quello di cui hanno bisogno dentro uno zainetto, valigia personale di ogni bambino o adolescente che racchiude e protegge tutti i suoi segreti. Aprendo gli zaini prenderanno vita le storie di bambini, bambine, ragazzi e ragazze che hanno avuto la sola colpa di trovarsi al posto giusto, nel momento giusto ma in un mondo sbagliato.